Tessuto adiposo: struttura, funzioni e implicazioni mediche
Le prime immagini che ci vengono in mente parlando di tessuto adiposo sono di persone in sovrappeso. Ma la realtà è che tutti abbiamo una percentuale più o meno alta di grasso corporeo in quanto svolge delle funzioni importanti per l’organismo. Negli ultimi anni anzi si è iniziato a considerarlo un vero e proprio organo, come il fegato o il pancreas.
Dato che il grasso corporeo si localizza in diversi punti dell’organismo si tratta di un organo particolare, che possiamo dividere in quattro componenti principali. Troviamo per la precisione il grasso viscerale, quello localizzato a livello sottocutaneo, quello intramuscolare (detto IMAT) e per finire il grasso bruno.
Composizione del tessuto adiposo
I depositi di grasso corporeo sono formati da cellule chiamate adipociti, in grado di accumulare lipidi e rilasciarli in caso di necessità da parte dell’organismo. Se esaminate al microscopio si può osservare che gran parte del volume cellulare è occupato da una grossa goccia lipidica, mentre il citoplasma risulta quasi “schiacciato” contro la membrana plasmatica.
Tra un individuo che risulta sovrappeso e uno in peso forma non varia il numero di adipociti ma il loro contenuto di lipidi. Il tessuto adiposo in eccesso o iperplasia adipocitaria si presenta solo nel caso di individui in forte obesità, dove le cellule tendono a proliferare più della norma. Finora però abbiamo descritto sono una tipologia di adipociti, ovvero quelli bianchi.
Esiste infatti un secondo tipo di adipociti, che presentano struttura diversa oltre che una colorazione più scura, da cui la denominazione “bruni“. Al loro interno non hanno un deposito unico di grassi ma sono multiloculari il contenuto lipidico è distribuito in più punti. Inoltre il citoplasma non è relegato verso le pareti e appare ricco di mitocondri, e il nucleo è in posizione centrale.
La colorazione giallo-bruna di questi adipociti è dovuta al forte contenuto di ferro, che si trova associato agli enzimi contenuti nei mitocondri. Nel nostro organismo è presente in piccoli depositi, mentre è abbondante nei mammiferi che vanno in letargo. Alla nascita risulta più abbondane, diminuendo poi in percentuale durante la crescita.
Il grasso viscerale e i suoi effetti sulla salute
Si tratta del tessuto adiposo che si trova nell’addome e che permette di dare sostegno e protezione agli organi interni, soprattutto in caso di urto. Tende ad aumentare quando si assumono troppe calorie e si conduce uno stile di vita sedentario, il che si nota presto anche a livello estetico. La pancia infatti si fa sporgente, e aumenta la circonferenza della vita.
Un aumento del deposito di grasso viscerale è considerato pericoloso in quanto è un fattore di rischio rilevante per lo sviluppo di alcune patologie gravi. Prima di tutto le malattie cardiovascolari, ma in seguito allo sviluppo di un’infiammazione del tessuto adiposo presente nell’addome è facile sviluppare il diabete di tipo II.
Gli adipociti che compongono il grasso viscerale infatti rilasciano delle molecole dette adipochine che hanno un ruolo importante nella regolazione della sensibilità insulinica. Questo consente di mantenere sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue, lo stimolo della fame e il bilancio energetico del corpo. Quando il deposito di grasso aumenta però questa capacità viene meno.
Aumentando di volume infatti alcuni adipociti vanno incontro alla morte cellulare richiamando i macrofagi all’interno del grasso viscerale. Questo provoca uno stato di infiammazione che può portare allo sviluppo di insulino resistenza da parte delle cellule. Per di più dato che gli adipociti influenzano l’appetito chi ha una grave obesità percepisce continuamente lo stimolo della fame.
Il tessuto adiposo intramuscolare
Come composizione risulta simile a quello localizzato a livello dell’addome, ma si trova nei muscoli. Ci si fa riferimento anche con l’acronimo IMAT (Intra Muscular Adipose Tissue), e di norma costituisce l’1-2% della composizione corporea. Un uomo adulto in media ne ha circa un chilo, ma la quantità aumenta se c’è una dieta ricca di grassi e uno stile di vita sedentario.
La sua funzione principale è quella di costituire una riserva energetica per i muscoli durante gli sforzi prolungati caratteristici degli sport di resistenza. Se però i lipidi che accumula aumentano troppo si rischia lo sviluppo di uno stato di infiammazione come nel grasso viscerale, e le conseguenze non si rilevano sono a livello metabolico.
La presenza di tessuto adiposo infiammato nei muscoli infatti porta a un calo delle prestazioni fisiche, e in particolare della forza muscolare. Basta una piccola variazione per avere conseguenze importanti anche a livello di eccitabilità muscolare, quindi è fondamentale prevenirne l’accumulo. Basta un breve periodo di immobilità per aumentarne il volume.ù
L’aspetto più pericoloso dell’IMAT è che a differenza del grasso viscerale che diventa presto visibile la sua posizione lo rende poco evidente dall’esterno. Si sa che il suo accumulo accelera dopo i 40 anni, ma a livello medico si possono monitorarne le variazioni sfruttando indicatori quali la glicemia o il profilo lipidico.