Ansia e pressione sociale: il peso dello stress sugli adolescenti
Più di 6 adolescenti su 10 dichiara di avvertire ansia e pressione sociale. Oltre la metà si sente a disagio nel frequentare situazioni collettive, doversi misurare con voti e valutazioni. Ad aggravare la situazione, il post pandemia, che ha portato il venire a meno dell’abitudine al confronto con il contesto sociale.
Analizziamo al meglio la situazione insieme.
Adolescenti: netto aumento di problematiche legate all’ansia sociale
- disagio dovuto al contesto in cui vivono;
- attacchi di panico;
- alterazione delle abitudini alimentari e del ritmo sonno-veglia;
- difficoltà di concentrazione nello studio;
- irrequietezza, solitudine, rabbia verso sé o verso gli altri;
- necessità di anestetizzarsi ed isolarsi tramite videogiochi, film, serie tv e social media
- 57%: quando deve frequentare situazioni sociali con molte persone;
- 61%: quando partecipare attivamente:;
- 50%: evita di partecipare a questi momenti collettivi;
- 56%: riscontra questi turbamenti soprattutto in ambito scolastico. Quando si trova al centro dell’attenzione di compagni o insegnanti si sente sotto stress;
- 67%: vive male il fatto di doversi misurare con voti e giudizi. E per 1 su 10 questa è la sensazione costante, Per 2 su 5 il malessere si trasferisce anche dal piano mentale a quello fisico.
Stress, malessere e disagio nella vita quotidiana
- 3 su 4 si sente spesso molto arrabbiati con sé stesso;
- 57% si sente molto arrabbiato con gli altri;
- 63% è frequentemente in preda alla solitudine;
- 63% si fa attanagliare spesso dalla tristezza;
- 55% prova spesso o sempre un senso di irrequietezza;
- 52%: ha sofferto almeno una volta di attacchi di panico. Tra questi al 39% gli è capitato mentre si trovava a scuola o nel tragitto casa-scuola. Il 31% poco prima di partecipare a una situazione sociale.
- più di 6 su 10 adolescenti: faticano ad addormentarsi la sera o di sentirsi molto stanchi anche quando dormono il giusto;
- 42%: tende a mangiare poco o di non avere fame;
- 50%, al contrario, tende a rifugiarsi nel cibo senza percepire il senso di sazietà.
- 82%: spesso o sempre non riesce a concentrarsi a dovere nello studio e, per questo, di non riuscire a portare a termine i compiti assegnati;
- 84% ha la sensazione che il tempo a sua disposizione per studiare sia insufficiente;
- 70%: preferisce rinunciare allo studio per dedicarsi ad attività virtuali. Espediente per allontanarsi da una realtà che gli provoca malessere;
- 64% si immerge spesso in videogames, social o serie tv per evitare di pensare e sentire il malessere esistenziale.
Sindrome da burn-out negli adolescenti
La sindrome del burn-out non è una prerogativa dei lavoratori, ma purtroppo colpisce anche adolescenti e studenti che si sentono sopraffatti dai loro impegni.
La sindrome del burn-out caratterizzata da un rapido decadimento delle risorse psicofisiche e da un peggioramento delle prestazioni. Inoltre non si manifesta quasi in modo improvviso, ma è il risultato di un processo graduale.
All’inizio infatti si tende a mantenere compiti ed impegni scolastici fino a poi esplodere.
Le manifestazioni della sindrome sono molte è necessario di certo citare queste caratteristiche:
- senso di esaurimento sul piano emotivo, fisico e mentale e perdita delle energie;
- atteggiamento di distacco mentale dai propri compiti;
- ridotta realizzazione personale e percezione della propria inadeguatezza;
- ridotta efficacia scolastica: percezione di minor efficienza nonostante l’impegno sia sempre alto;
- demotivazione, difficoltà a portare a termine i compiti, distacco e riduzione dell’interesse verso gli studi;
- difficoltà nelle relazioni con insegnanti e compagni di classe;
- resistenza o ansia all’idea dell’andare a scuola ogni giorno;
- difficoltà di concentrazione e senso di colpa, fallimento, rabbia e risentimento;
- agitazione, irritabilità e nervosismo e preoccupazione costante;
- insonnia, stanchezza, tachicardia, sudorazione eccessiva, tensioni muscolari, tremori, vertigini e senso di soffocamento.
L‘Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il burnout come un fenomeno derivante da uno stress cronico mal gestito. Sottolinea di non sottovalutarlo affatto, soprattutto nei primi anni dell’adolescenza. Demoralizzazione e negatività possono sfociare in depressione e in altri disturbi più complessi da affrontare.
Possibili soluzioni
- adottare un approccio che promuova l’inclusione e la resilienza;
- evitare di utilizzare sistemi di valutazione che mettano in discussione l’autostima degli studenti;
- fornire feedback costruttivi e non distruttivi, che possa supportare nello sviluppo di una visione equilibrata di sé e delle proprie capacità;
- dotare gli adolescenti di un supporto emotivo per esprimere le proprie emozioni e di spazi sicuri in cui poter affrontare le sfide sociali;
- coinvolgere professionisti della salute mentale e dell’istruzione per creare un ambiente che favorisca non solo la crescita cognitiva ma anche quella emotiva. La scuola non è solo didattica e apprendimento ma in primis uno spazio relazionale.
- tecniche di comportamento, come respirazione e rilassamento;
- acquisizione di consapevolezza nell’avere un problema e di poterlo risolvere. Percepire ed essere consapevoli delle propri emozioni e prendersi cura del proprio benessere mentale è fondamentale;
- equilibrare lo studio con divertimenti e hobby nel tempo libero.