La malattia genetica maschile della sindrome di Klinefelter
Tra le aneuploidie a carico dei cromosomi sessuali la sindrome di Klinefelter è una delle più comuni. Si tratta di un sovrannumero di cromosomi sessuali e porta alla compresenza di due o più cromosomi X accanto a uno di tipo Y.
Il caso più comune è la trisomia 47,XXY, ma in questa sindrome genetica rientrano anche dei casi di aneuploidia maggiore, come il cariotipo 48,XXXY.
Rispetto ad altre sindromi genetiche, che si classificano come malattie rare dato che si presenta un caso ogni 2.500 o 5.000 bambini, questa è molto più comune. Stando alle statistiche si registra un bambino con questa trisomia ogni 660 nati anche in Italia. Per questo dal 2017 vige un Decreto Ministeriale che classifica questa condizione come malattia cronica invalidante.
Quali sono le cause che portano alla sindrome di Klinefelter
Abbiamo già precisato che questa trisomia si verifica solo nei maschi.
La condizione in cui si presentano sempre tre cromosomi sessuali, ma dello stesso tipo (XXX) porta infatti un nome diverso e colpisce le femmine, anche se i sintomi sono simili. La ragione più plausibile è il verificarsi di un fenomeno di non-disgiunzione fra i cromatidi fratelli nel corso dell’ovogenesi o della spermatogenesi.
Ovogenesi e spermatogenesi sono i processi che portano alla maturazione dei gameti femminili e maschili. Nella prima la mancata separazione del materiale genetico può avere luogo in entrambe le fasi della divisione cellulare (meiosi I e meiosi II). Per la spermatogenesi invece la non disgiunzione può verificarsi solo nella prima delle due divisioni.
Nel caso dell’ovogenesi si generano gameti con due copie di X che fecondati da uno spermatozoo con cromosoma Y formano un embrione XXY. Con la spermatogenesi invece possono formarsi sia spermatozoi con un coppia XY che con una coppia XX, ma i responsabili di questa condizione sono quelli del primo tipo.
In rari casi, circa il 3%, la sindrome di Klinefelter deriva da una non-disgiunzione che avviene dopo la fecondazione, quando si è già formato lo zigote. Questo fenomeno avviene durante le prime divisioni cellulari e porta a mosaicismo, ossia alla compresenza nello stesso individuo di cellule sane e altre con aneuploidia.
Come si diagnostica
Svolgendo analisi genetiche prenatali è possibile individuare la sindrome di Klinefelter durante la gravidanza.
Si tratta di esami che di solito si eseguono su richiesta della madre per rilevare eventuali malattie genetiche, come l’amniocentesi. Questo controllo però si propone di solito alle donne che hanno gravidanze dopo i 35 anni, che hanno maggiore rischio di avere bambini con anomalie cromosomiche.
Anche il prelievo dei villi coriali aiuta a individuare questo caso di aneuploidia tra la decima e la dodicesima settimana di gestazione. Non consente di evidenziare malformazioni del tubo neurale ma fornisce risultati precoci rispetto all’amniocentesi. Prevede l’estrazione di un campione del tessuto della placenta, dopo un’ecografia per localizzare la zona adatta al prelievo.
Se non si eseguono questi esami la condizione è difficile da riconoscere nel neonato e diventa evidente solo verso la pubertà. A questo punto occorre fare un’analisi del sangue per l’analisi dei cromosomi e confermare la presenza della sindrome di Klinefelter. Quando i sintomi non sono evidenti però è possibile che l’individuo scopra la sua condizione solo in età adulta durante un esame della fertilità.
I sintomi e le conseguenze sull’organismo si fanno più evidenti e invalidanti nei casi in cui il numero di cromosomi X sia superiore a due. I cariotipi 48, XXXY e 49,XXXXY per esempio danno di gran lunga più ripercussioni del 47,XXY.
I sintomi della sindrome di Klinefelter
Un altro segnale della sindrome di Klinefelter da non sottovalutare è la mancanza di perspicacia da parte del bambino. Questa porta all’incapacità di riconoscere il pericolo e a una certa ripetitività di comportamenti che possono esporlo a dei rischi. A livello fisico non ci sono segni particolari se non la lunghezza degli arti e di conseguenza un’altezza sopra la media.
All’arrivo della pubertà i testicoli rimangono piccoli e la barba e i baffi in faccia sono radi se non del tutto assenti. In molti ragazzi con la sindrome inoltre si presenta ginecomastia, ossia un aumento del volume delle mammelle, e fianchi larghi rispetto alle spalle. Spesso da adulti gli individui 47,XXY sono sterili e incapaci di produrre sperma, con qualche eccezione.
Questa sindrome genetica rende predisposti a sviluppare patologie come il diabete mellito, malattie croniche a carico dei polmoni e vene varicose. In più gli uomini con cariotipo 47,XXY possono sviluppare il carcinoma mammario, che è molto raro negli individui di sesso maschile ma è uno dei tumori più comuni nelle donne.