Plutone: storia, caratteristiche e la controversia del declassamento
Plutone ha sempre suscitato grande interesse nella comunità scientifica e tra gli appassionati di astronomia. Dalla sua scoperta nel 1930 al declassamento a pianeta nano nel 2006, la storia di Plutone è ricca di eventi significativi.
Come è stato scoperto il pianeta nano? E cosa abbiamo imparato da questo corpo planetario ai confini del Sistema Solare?
In questo articolo, esploreremo la scoperta di Plutone, le sue caratteristiche principali, la missione New Horizons e la controversia legata alla sua riclassificazione.
Un po’ di storia
Quando nel 1871, è stato scoperto Urano, si era subito capito che ci fosse qualcosa di strano. La sua orbita infatti aveva dei modi di comportarsi non adeguati alla struttura planetaria.
L’ipotesi più probabile, poi dimostratasi veritiera, è che ci fosse un altro pianeta nei pressi. Nettuno venne così scoperto nel 1846 da James Couch Adams e Frenchman Urbain Le Verrier. Ma ancora qualcosa non quadrava.
Le anomalie di Urano infatti erano solo in parte spiegabili con le perturbazioni di Nettuno. Probabilmente esistevano ancora due pianeti oltre. Fu così che l’astronomo Percivall Lowell chiamò Pianeta X il pianeta mancante.
La lettera X indicava proprio la natura non nota.
Nel 1929 Clyde William Tombaugh, per cercare di venire a capo a questo rompicapo, utilizzò il metodo blinking. Tombaugh utilizzò un comparatore a intermittenza per analizzare lastre fotografiche del cielo notturno, individuando un punto luminoso che si spostava rispetto alle stelle fisse, indicando la presenza di un nuovo corpo celeste.
Era infatti necessario confrontare un gran numero di lastre fotografiche. Tramite il comparatore d’intermittenza era possibile scambiare due lastre che inquadravano la stessa parte di cielo a settimane di distanza. Fu proprio così che nel 1930 si scoprì un punto luminoso con un comportamento differente da quello delle stelle fisse. Si spostava infatti leggermente rispetto al cielo.
Dopo la scoperta di Plutone, si capì ben presto che il pianeta nano era troppo piccolo per avere influenza gravitazionale. Il motivo, come venne reso noto solo nel 1989 era questo: la massa di Nettuno era di poco minore rispetto a quanto calcolato.
Caratteristiche principali del pianeta nano
Il nome Plutone deriva dalla mitologia classica, come i nomi degli altri pianeti. Inoltre, le prime due lettere erano le iniziali di Lowell, incisivo nell’evoluzione che è poi culminata nella scoperta del pianeta. Scelta quindi approvata all’unanimità che vinse su Minerva e Cronus, altre due opzioni.
Plutone ha inoltre un satellite. Caronte è stato scoperto nel 1979 dall’Osservatorio di Washington quando il pianeta era vicino al perielio. Tale occasione non capita spesso, dal momento che l’anno plutoniano dura 248 anni terrestri. Nelle immagini immortalate Plutone aveva una parvenza deformata.
La scoperta del satellite Caronte ha inoltre permesso di misurare con precisione il diametro di Plutone. Scoperti nel tempo, Plutone di satelliti ne ha ben cinque: Caronte, Nix e Hydra (2006), Kerberos (2011) e Styx (2012).
New Horizon e i nuovi dati ottenuti su Plutone
La sonda New Horizons della NASA, lanciata il 19 gennaio 2006, ha raggiunto Plutone il 14 luglio 2015, fornendo immagini e dati dettagliati del pianeta nano e dei suoi satelliti.
Grazie ad essa abbiamo ad oggi numerosi dati per conoscere meglio il pianeta. Plutone si presenta alle immagini come un’enorme macchia a forma di cuore. Chiamata Tombaugh regio è un’immensa distesa di ghiaccio d’azoto, anidride carbonica e metano.
Due sono le aree principali:
- una più liscia, giovane e priva di crateri che prende il nome di Sputnik Planitia;
- l’altra rugosa e irregolare.
Plutone è dunque un corpo geologicamente attivo.
Una parte è inoltre composta da una depressione di circa 3 km generata da un impatto planetario.
Sputnik Planitia è un ghiacciaio di 4 km che fluisce in modo attivo. Il ghiaccio d’azoto, al contrario di quello terrestre d’acqua, è più denso. Ciò significa che quando il ghiaccio fonde tende a risalire verso la superficie.
Esiste la probabilità che al di sotto si trovi dell’acqua liquida e nello specifico un oceano. Questo spiegherebbe il ri-orientamento di Sputnik Planitia e le fratture tettoniche.
Plutone inoltre risulta avere una sottile atmosfera composta da azoto, metano e diossido di carbonio.
Ghiacci e atmosfera giornalmente attraversano un ciclo di sublimazione e condensazione. Di notte quindi congela sulla superficie e di giorno viene liberata come gas.
Riclassificazione di Plutone e polemica sul declassamento
Nel 2006 l’Unione Astronomica Internazionale ha deciso una formulazione univoca per il concetto di pianeta. Per essere definito tale è dunque necessario che:
- orbiti intorno al sole;
- sia di forma sferoidale;
- abbia ripulito la propria orbita da asteroidi e frammenti di roccia.
Plutone soddisfa i primi due criteri, ma non il terzo, poiché condivide la sua orbita con altri oggetti nella Fascia di Kuiper. Di conseguenza, è stato riclassificato come pianeta nano, a metà tra pianeta e asteroide.
Ai giorni nostri si è riaperta la polemica sul declassamento.
Un gruppo di planetologi statunitensi si sta infatti battendo per la rivalutazione del corpo celeste.
Una ricerca pubblicata sulla rivista Icarus da questi otto planetologi statunitensi ha dato l’avvio alla diatriba. La richiesta è quella di porre dei cambiamenti alla definizione di pianeta. Lo studio ricostruisce quanto si sia modificato il concetto di pianeta nel tempo.
Una volta la visione era più semplicistica ed influenzata da astrologia e almanacchi. Ed è proprio questo che avrebbe condotto gli studiosi a presupporre che il Sistema Solare avesse un numero limitato di pianeta e di declassare Plutone.
Soprattutto a riguardo dell’ultimo criterio utilizzato per il declassamento, diventa necessaria la sostituzione con il fatto che il corpo celeste sia o sia stato geologicamente attivo.
In questo modo Plutone verrebbe riabilitato. Ma ad oggi i pareri sono ancora discordanti.
Plutone rimane uno degli oggetti più affascinanti del Sistema Solare. Le scoperte fatte grazie alla missione New Horizons hanno ampliato la nostra comprensione di questo pianeta nano, rivelando una complessità geologica e atmosferica inaspettata. Nonostante la controversia sulla sua classificazione, Plutone continua a essere un oggetto di studio fondamentale per comprendere la formazione e l’evoluzione del nostro Sistema Solare.
Scopriremo con il tempo cosa ci sarà in serbo per Plutone!
Curiosità su Plutone
Plutone, il pianeta nano ai confini del nostro Sistema Solare, è avvolto da una serie di curiosità affascinanti che spaziano dalla sua scoperta alle sue caratteristiche uniche. Ecco alcune delle più interessanti:.
1. Origine del nome
Il nome “Plutone” fu suggerito da Venetia Burney, una bambina inglese di 11 anni, che propose il nome del dio romano dell’oltretomba.
Il nome fu accolto favorevolmente, anche perché le prime due lettere coincidono con le iniziali di Percival Lowell, l’astronomo che aveva predetto l’esistenza del Pianeta X.
2. Dimensioni e confronti
Plutone ha un diametro di circa 2.377 km, rendendolo più piccolo di alcune lune del Sistema Solare, come Ganimede, Titano e la nostra Luna.
Nonostante le sue dimensioni ridotte, è l’oggetto più grande conosciuto nella Fascia di Kuiper.
3. Orbita insolita
L’orbita di Plutone è altamente eccentrica e inclinata rispetto al piano dell’eclittica. In alcuni punti, questa traiettoria lo porta più vicino al Sole rispetto a Nettuno, rendendolo temporaneamente l’ottavo pianeta del Sistema Solare.
4. Il “Cuore” di Plutone
Una delle caratteristiche più distintive di Plutone è una vasta area a forma di cuore chiamata Tombaugh Regio, in onore del suo scopritore. Questa regione presenta una superficie liscia e brillante, suggerendo una relativa giovinezza geologica.
5. Peso su Plutone
La gravità superficiale di Plutone è circa il 6,3% di quella terrestre.
Ciò significa che un individuo che sulla Terra pesa 70 kg, su Plutone peserebbe circa 4,4 kg. Questa bassa gravità influenzerebbe notevolmente la mobilità e la percezione del proprio peso.
6. Plutone nella cultura popolare
Plutone ha lasciato un’impronta significativa nella cultura popolare:
- Origine del nome del personaggio Disney: il celebre cane di Topolino, Pluto, introdotto nel 1930, deve il suo nome alla scoperta di Plutone avvenuta nello stesso anno.
- Influenza nella fantascienza: Plutone è spesso apparso in opere di fantascienza, rappresentato come un mondo misterioso ai confini del Sistema Solare.
Ad esempio, nel romanzo “Worlds of the Imperium” di Keith Laumer, Plutone ospita una base segreta. - Nomenclatura geografica ispirata alla fantascienza: nel 2015, il team della missione New Horizons ha proposto nomi per le formazioni geologiche di Plutone e delle sue lune ispirati a personaggi e luoghi della fantascienza.
Su Caronte, ad esempio, troviamo crateri denominati “Skywalker” e “Vader“, omaggiando la saga di Star Wars.
Queste curiosità evidenziano come Plutone, nonostante la sua distanza e le sue dimensioni ridotte, abbia avuto un impatto duraturo sia nella scienza sia nella cultura popolare.