Legge di Murphy: quanto prenderla sul serio all'università.
“Sai è la legge di Murphy!” Alzi la mano che non ha mai sentito questa massima filosofica. Almeno non una, ma cento volte nella vita, se qualcosa tende ad andar male. Entrata nel linguaggio quotidiano viene citata a sproposito nelle circostanze più disparate.
La Legge di Murphy, con il suo celebre enunciato “Se qualcosa può andar male, lo farà“, è spesso citata anche nel contesto universitario per descrivere situazioni in cui gli imprevisti sembrano accumularsi nei momenti meno opportuni.
Ma qual è l’origine di questa legge e come può essere interpretata nella vita accademica?
Vediamo però cosa si intende intanto quanto si tira in ballo il povero Edward.
Origine e significato della Legge di Murphy
La legge prende il nome da Edward A. Murphy Jr., ingegnere aerospaziale statunitense.
Nel 1949, durante un test sull’accelerazione umana presso la base aerea di Muroc (oggi Edwards Air Force Base), Murphy notò che un tecnico aveva installato erroneamente dei sensori. Questo lo portò a formulare il principio secondo cui, se esistono diversi modi di fare qualcosa e uno di questi può portare a un disastro, qualcuno lo sceglierà inevitabilmente.
Sebbene non abbia una base scientifica rigorosa, la Legge di Murphy è diventata una sorta di filosofia popolare che sottolinea l’importanza della pianificazione e della prevenzione degli errori.
Enunciato della legge di Murphy
La forma colloquiale in inglese è “Anything that can go wrong, will go wrong“.
Chiaro, coinciso e diretto come un colpo di pistola. La traduzione viene “Qualunque cosa possa andar male, lo farà“. E certo non possiamo dire di non averlo pensato anche senza conoscere questa legge,
Tuttavia, secondo quanto Robert Murphy, figlio di Edward, riporta, la legge sarebbe più lunga. E anche meno banale.
La massima del genitore suonava più tecnica dato anche il suo lavoro di ingegnere aerospaziale: “Se ci sono uno o più modi di svolgere un lavoro, e uno di questi avrà effetti disastrosi, allora andrà a finire così“.
Pare anche che in un’intervista si fosse spinto oltre con la sua filosofia. Parlando del suo assistente disse “Se quel tizio ha anche un solo modo di sbagliare, lo farà.” Qui di pedagogico possiamo dire ci fu ben poco.
L’applicazione della legge appare lampante. In ambito tecnico, vuol dire considerare ogni possibilità, anche quando remota, per evitare il disastro. Soprattutto per i test dei macchinari che Murphy svolgeva quotidianamente. E che spesso visti gli anni fallivano clamorosamente.
Secondo alcuni, questa massima rispecchia in realtà la seconda legge della termodinamica. Ossia che l’universo tende sempre ad un aumento dell’entropia, del caos. Provocare la circostanza più complicata possibile è il maggior divertimento di madre natura.
I suoi postulati
- Niente è facile come sembra. Che sia il tuo esame, preparare una torta, i lavoretti di Art Attack…
- Tutto richiede più tempo di quanto si pensi. Hai presente l’esame da “tre giorni intensi e via” o il famoso dolce pronto in “5 minuti”?
- Se varie cose possono andare male, quella che crea il danno maggiore sarà la prima a farlo. Perché dimenticare la calcolatrice quando puoi lasciare direttamente a casa lo zaino?
- Se conosci tot modi per fare una cosa e li sai bene tutti, sappi che ce n’è un’altro. E che andrà male. E chi lo consiglia merita il peggio.
- Senza fare nulla, le cose peggioreranno sempre. Purtroppo.
- Non puoi iniziare una nuova attività senza dimenticarti altro. Magari molto più importante.
- Ogni soluzione porta nuovi problemi. Ma te ne accorgerai quando è tardi.
- Se lavori con uno stupido e lo tieni d’occhio, sappi che farà comunque del suo peggio. Niente da dire.
- Anche la cosa più insignificante può portare a una catastrofe. Un battito d’ali di una farfalla…
L’ansia dello studente universitario
- Esami: domande inaspettate su argomenti meno studiati o problemi tecnici durante esami online;
- Progetti di gruppo: difficoltà di coordinamento, membri del gruppo che non rispettano le scadenze o malintesi sulla divisione dei compiti;
- Scadenze: problemi con la stampa all’ultimo minuto o invii telematici che non vanno a buon fine.
Invece che tremare all’idea di un imprevisto si può essere costruttivi. Sapendo che il castello di carte può crollare, chiudi le finestre!
Pianificare, pianificare e farsi molte domande. Del resto l’università è la palestra della vita. Spesso ci si deve arrangiare fra segreterie disperse in luoghi misteriosi e professori fantasma. Proprio per questo occorre allenarsi nella preparazione agli imprevisti.
Esami, segreterie e…gruppi di studio
Un assistente capitato all’ultimo e pronto a bocciare, una domanda inaspettata. Il classico è che ci siano due prove distribuite a caso. Ovviamente per molti sarà proprio la più difficile a cadere sul banco.
Essere preparati, magari non al meglio, ma su tutto il programma. Che vada in modo eccellente o appena discreto, l’importante è passare spesso. E mai, mai, mai cambiare posto all’ultimo. O il test più facile finirà sul banco dove si era prima.
Presto detto. Qui c’è poco da fare, basta portare un minimo di pazienza.
Sì, quando sparisce da ogni mappa e ricordo di chi ci è stato. Ricomparirà, ma per allora probabilmente il problema sarà stato risolto. Scomparirà di nuovo appena ce ne sarà un altro.