Cecità inattentiva: il fenomeno di interferenza tra il racconto in atto nel cervello e la percezione
Quello della cecità inattentiva è un fenomeno che influenza la percezione visiva e uditiva osservato per la prima volta ad inizio 900.
Hai mai guardato qualcosa senza realmente vederla?
Magari eri così concentrato su un compito da non accorgerti di un dettaglio evidente, proprio sotto i tuoi occhi.
Questo curioso limite della nostra attenzione ha un nome: cecità inattentiva. È un fenomeno psicologico che ci dimostra quanto la nostra percezione del mondo possa essere selettiva, condizionata da ciò su cui focalizziamo l’attenzione.
Il caso più celebre? L’esperimento del gorilla invisibile, in cui molte persone non notano un uomo in costume da gorilla che attraversa la scena…mentre stanno contando i passaggi di una palla!
Ma com’è possibile che il nostro cervello ignori qualcosa di così palese?
In questo articolo scoprirai cos’è davvero la cecità inattentiva, come funziona e perché può influenzare la nostra vita quotidiana più di quanto pensiamo.
Che cos’è la cecità inattentiva
La cecità inattentiva avviene quando non notiamo ciò che ci circonda perché siamo concentrati su qualcos’altro.
Nello specifico, non percepiamo qualcosa che è nel nostro campo visivo pur vedendolo. Il fenomeno dimostra come l‘attenzione influisce sulla percezione di ciò che accade nell’ambiente circostante e quanto essa abbia punti ciechi significativi.
Il cervello umano, infatti, è un organo limitato dalla quantità di risorse a cui può attingere e dispendioso in fatto di energia. Per questo motivo, non è possibile elaborare in modo profondo l’intero flusso di informazioni che lo colpisce costantemente. In questo senso, l’attenzione è infatti un processo cognitivo che seleziona quale parte dell’input sensoriale verrà processata, e quale invece no.
La cecità inattentiva, inoltre, non influenza solo la percezione visiva ma anche quella uditiva; ad esempio, è possibile non accorgersi di una musica di sottofondo mentre si è impegnati in una conversazione intensa. Oppure, quando stiamo camminando concentrati nei nostri pensieri e non notiamo un amico che ci saluta, anche se abbiamo lo sguardo puntato su di lui.
Tutto ciò avviene in quanto la percezione è una sorta di incontro fra quello che ci si aspetta di vedere e quello che realmente si percepisce, piuttosto che un semplice evento passivo.
Studi ed esperimenti
- Becklen: negli anni ‘70 e ‘80 evidenziò quanto l’attenzione sia importante per la percezione tramite alcuni esperimenti. In questi i partecipanti dovevano eseguire un compito continuo concentrandosi su un aspetto di una scena dinamica, ignorando altri stimoli. Nonostante l’apparizione di un evento inatteso, la maggior parte dei partecipanti non lo notava dimostrando che senza attenzione, non le caratteristiche visive dell ’ambiente non vengono percepite in modo cosciente;
- Simos e Chabris, nel 1999 esposero 192 partecipanti ad un breve filmato di 75 secondi, dove alcuni uomini si scambiavano una palla, chiedendo loro di prestare attenzione a determinati dettagli. Nel corso della visione, una donna vestita da gorilla attraversava lo spazio di gioco. Il risultato dell’esperimento evidenziò che il 46% non aveva notato l’evento inatteso, confermando che gli oggetti possono attraversare il campo visivo di un individuo e non essere visti se non sono oggetto di attenzione specifica.
Risvolti del fenomeno in campo clinico
Cecità inattentiva: non solo svantaggi
- rimanere concentrati su un compito senza farsi distrarre da elementi esterni di disturbo, ad esempio le chiacchere di un collega o una musica di sottofondo;
- possedere una maggiore flessibilità dei cicli attentivi: permette di processare la corretta informazione nel momento giusto mantenendo un comportamento appropriato nel perseguimento del proprio obiettivo;
- comprendere il funzionamento del cervello, tutt’altro che passivo nei confronti dell’ambiente perché seleziona, sceglie e rinforza solo quello che vuole immagazzinare;
- guadagnare in proprietà funzionali, adattative e positive: la tendenza a spaziare con la mente è connessa con un aumento di creatività e di capacità di problem solving.